"Cassandra" di Christa Wolf


"Ecco dove accadde. Lei è stata qui. Questi leoni di pietra, ora senza testa, l'hanno fissata. Questa fortezza, una volta inespugnabile, cumulo di pietre ora, fu l'ultima cosa che vide. Un nemico da tempo dimenticato e i secoli, sole, pioggia, vento, l'hanno spianata. Immutato il cielo, un blocco d'azzurro intenso, alto, distante. Vicine oggi come ieri, le mura ciclopiche che orientano il cammino : verso la porta dal cui fondo non fiotta più sangue. Nelle tenebre. Nel macello. E sola."


"The Heroic Story of the Trojan War" di Alice e  Martin Provensen

Cassandra la più bella delle figlie di Priamo, Cassandra la veggente mai creduta.
Nello studio dei poemi epici e nella mia passione per la mitologia, sono sempre stata attirata e colpita dalla figura di Cassandra. Leggevo, cercavo informazioni, sentivo l'unicità di questo personaggio : nelle sue visioni, nei suoi deliri e nella morte, ne vedevo la fierezza, l'indipendenza, l'attaccamento alla terra natia e ai valori famigliari.
Lei che si stagliava dalle alte mura di Troia, urlando, diventava il simbolo delle tante voci femminili mai ascoltate.
La sua storia meritava, non poteva essere solamente un personaggio minore di un libro di eroi. Della sua immagine ne capivo tutta l'importanza.
In un vecchio testo scolastico sull'"Eneide", trovai alcuni stralci di opere ispirati alla guerra di Troia, fra cui la "Cassandra" di Christa Wolf.
Qui la principessa perdeva la sua veste sacerdotale per mostrare la donna.
Pagine amate e subitaneamente dimenticate; ma i libri a volte si ripresentano dopo tanti anni, per essere letti : aspettano, se possibile, il momento migliore.


Christa Wolf (1929-2011), fu una delle più influenti scrittrici della letteratura tedesca del Novecento.
Convinta promulgatrice dell'importanza della letteratura, non solo nell'ambito dell'educazione e della conoscenza, ma anche nel campo politico. Prima di essa subì due dittature (nazista e sovietica), la guerra fredda e la costruzione del muro di Berlino. Tutte le sue opere riflettono quel mondo passato.
"Cassandra" fu certamente il lavoro più importante, pubblicato nel 1983 e tradotto in tutte le lingue, contemporaneamente censurato in Germania.
L'ispirazione che divenne in seguito ricerca e passione, le fu data quasi per caso.
Perso il volo che da Berlino doveva portarla ad Atene, la Wolf rimase ad attendere nell'aeroporto, ma come ogni buon lettore, aveva portato con sé un libro, "L'Orestea" di Eschilo.
La Wolf andò oltre l'immagine mitizzata di Cassandra, percorse anche lo stesso viaggio che dall'Asia Minore, portò la principessa a Micene, fermandosi alla Porta dei Leoni, su cui ella certamente posò un'ultima volta gli occhi.
Il libro si sviluppa mediante una reinterpretazione della storia, più moderna e soprattutto potentissima nel suo significato morale e apertamente diretta al lettore. Non è la scrittrice a raccontare, ma la stessa protagonista a narrare o ricordare, attraverso un monologo interiore, un profluvio di parole inarrestabile, per poi lasciare spazio al silenzio.



Cassandra prigioniera di guerra del re Agamennone, si trova chiusa in una cesta, nel carro davanti al monumentale ingresso di Micene. E' in attesa che la mano della regina Clitennestra la colpisca insieme ai due figli e alla fedele ancella Marpessa.
Nell'arco di un tramonto di Micene, a pochi minuti dalla sua morte, Cassandra ricorda il tramonto della sua epoca e della distruzione di Troia.
Figlia dell'amato re Priamo, l'unica donna a presenziare al consiglio per la sua sapienza e il suo giudizio, essa ripercorre la giovinezza, fra le alte mura della cittadella, con i suoi colori, profumi e la vitalità degli abitanti : l'iniziazione ai misteri sacerdotali, il dono di Apollo e il grande rifiuto che allontana Cassandra dalla madre Ecuba, delusa per la ribellione nei confronti del Dio. La rivalità con la sorella Polissena, l'amore per i fratelli e per Enea, candidato scelto per la sua deflorazione, che mancherà per amore, conseguendolo solo più tardi per lo stesso motivo.
Tutto perso al momento del difficile scontro tra greci e troiani; due fazioni diverse per storia e costumi, tuttavia ambedue assetate di rivalsa e potere.
Il fratello ritrovato, Paride, non ha riportato da Sparta la bella Elena, ma il suo simulacro può ben servire per incoraggiare la causa.
Gli occhi di Cassandra vedono inganni, orrori, la sudditanza maschile, l'abomini di Achille "la bestia", il cuore duro del padre. Ribellandosi alle leggi dello Stato, viene esclusa dalla collettività.
Riesce a trovare rifugio solamente fra le donne che ogni giorno si riuniscono sulle rive del fiume Scamandro, capeggiate dallo stanco Anchise, pronto ad ascoltarle e impartire insegnamenti.
Ma la rovina è imminente, la superbia e l'ingenuità dei troiani punita. Tra le fiamme di una città decaduta, Cassandra rivede per l'ultima volta Enea, rifiutando il suo aiuto sarà libera di accogliere il fato.



Ho cercato, per quanto mi fosse possibile, di non arrestare troppo a lungo la voce di Cassandra. Ho cercato il silenzio più assoluto per essere meglio appagata da questo autentico capolavoro letterario, meritevole, a mio dire, di essersi fatto portavoce di paure e speranze di milioni di donne, di quelle che sono esistite, che esistono e che esisteranno.
La Wolf ripropone il mito della guerra di Troia, ma libero della sua storia consueta : non ci sono bellissime donne rapite a causare la guerra, bensì questioni economiche e di predominio sul territorio.
Fuoriesce dal romanzo uno scontro distinto fra il mondo maschile e il mondo femminile e l'origine del passaggio dalla società matriarcale a quella patriarcale.
Gli uomini avidi del loro presente, rimarcano le loro violenze, lo sprezzo per la vita e del genere umano, nessuno si salva : né Agamennone che ha sacrificato la figlia Ifigenia, né Priamo che ha messo in pericolo Polissena. Tutto l'odio è riversato su Achille "la bestia", emblema della crudeltà dell'uomo.
Le donne rifugiatesi presso lo Scamandro, fuori dalla cupa città, formano una comunità a sé stante, capace di tirare fuori l'istinto di conservazione, "tra uccidere e morire c'è una terza via : vivere", altresì di lasciare tracce delle loro esistenze da tramandare al futuro : dipingendo, costruendo oggetti, intrecciando ceste.
Vengono rievocate nelle compassionevoli immagini di Briseide, venduta per cupidigia, Pentesilea, regina delle Amazzoni che ferita da Achille, preferisce morire che divenire sua schiava a Mirrina, la prima a cadere dopo l'inganno del cavallo e Polissena, tremante davanti alla furia achea, chiede alla sorella Cassandra di ucciderla con il suo pugnale, per non essere rimessa alla loro vendetta.
L'amore non manca in questo romanzo, espresso nella sua pienezza e profondità della principessa per l'assente/presente Enea. Animi e menti diverse, inconciliabili per un amore terreno. Eppure uniti, essi creano pagine di infinita bellezza poetica.

"La luce dell'ora che precede il tramonto. Quando ogni oggetto comincia a brillare autonomamente e a porre in risalto il colore che è suo. Enea diceva : per affermarsi ancora una volta prima della notte. Io dicevo : per consumare fino in fondo ciò che resta della luce e del calore e poi accogliere il buio e il gelo dentro di sé."



Non mi vergogno di aver pianto nelle ultime righe, quando Cassandra impietrita, vede trascinare via la sorella Polissena e nell'atto finale, in una città in agonia, la donna ribadisce ad Enea il suo essere libero, la sua indipendenza : "non posso amare un eroe", andando contro ogni forma di sottomissione.
Christa Wolf ha reso il libro più complesso e immediato, rifacendosi alla letteratura di primo Novecento, usufruendo del flusso di coscienza.
La regolarità del tempo non viene rispettata, i segni di interpunzione non vengono disposti correttamente, discorsi diretti si intrecciano a discorsi indiretti, eppur questo non riesce a limitare la lettura, mantenendo semmai più vivo il testo.
Penso che scrivendo "Cassandra", Christa Wolf abbia innalzato un elogia alla natura femminile e denunciato gli orrori della guerra, eguali in ogni tempo e spazio. Al contempo, e soprattutto, voluto dimostrare la vicinanza che esiste tra il mondo antico e il nostro mondo moderno.
Ogni memoria è leggibile nei disegni sulle anfore, nelle tombe degli eroi, nelle pietre scolpite, su cui il sole si poggia scandendo le ore.
Basta accostarsi un poco di più per intravedere anche il nostro futuro.

"Eravamo grate perché era concesso proprio a noi di godere del massimo privilegio che esiste, far avanzare una sottile striscia di futuro dentro l'oscuro presente che occupa ogni tempo."



M.P.




Libro :

"Cassandra", C. Wolf, Edizioni e/o


Commenti

  1. Anch'io ho sempre amato il personaggio di Cassandra, poi, forse, è stato un eccesso di attenzione all'Orestea per motivi di studio a distogliermi dal conoscerla meglio. Vedrò di recuperare...

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    1. Putroppo una vita non basta per appassionarsi a tutto e seguire contemporaneamente quello che amiamo. E' una grande pecca.

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  2. Ciao Michela, come sempre offri ai tuoi lettori spunti, idee e letture davvero interessanti. Mi segno questo libro perché trovo sia una buona occasione per ampliare le mie conoscenze, grazie!
    Paola

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    1. Fai bene Paola, io con questa lettura ho imparato nozioni di cui prima non ero a conoscenza. E' un libro che vale tanto.

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  3. Ciao Michela, grazie, un post bellissimo. Il libro non lo conosco ma l'ho già segnato tra i prossimi acquisti.
    Ti auguro un sereno fine settimana.
    Antonella

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    1. Grazie mille Antonella. In effetti dovrebbe essere più conosciuto e ampliato nelle scuole.

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  4. Non conoscevo questo romanzo, che in fondo è un modo diverso di intendere l'Iliade.
    Penso che se un giorno portassi un'opera del mondo greco in palcoscenico, questa, per come l'hai descritta, sarebbe perfetta.

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  5. mi è piaciuto tantissimo. anche gli altri suoi. mi ritrovo moltissimo affine alle tue recensioni, continuerò a leggerti con interesse!!!!

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    1. E' un libro che ha il merito di affrontare molte tematiche inconsuete...Grazie Elisabetta!

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